Covid 19 e Patologie Tiroidee

21 Nov, 2020 | Nutrizione e Benessere

La pandemia di COVID-19 ha causato uno sconvolgimento senza precedenti nella vita quotidiana ed ha presentato sfide estremamente difficili al sistema sanitario nazionale. Ci sono molte informazioni in circolazione, che in alcuni casi possono sembrare opprimenti e confuse, di conseguenza molti pazienti affetti da una patologia tiroidea potrebbero essere preoccupati sia per quanto riguarda una maggiore probabilità di ammalarsi di COVID-19 sia per quanto riguarda la possibilità che i ritardi degli interventi chirurgici possano influire sulla prognosi della loro patologia.Cercando quindi di informare e rassicurare i nostri pazienti, di seguito rispondiamo a domande frequenti seguendo le linee guida dell’American Thyroid Association e della British Thyroid Association.

TIROIDITI AUTOIMMUNI ED IPOTIROIDISMO
Le persone con tiroidite autoimmune, come la tiroidite di Hashimoto o la malattia di Graves, sono esposte ad un rischio maggiore di contrarre COVID-19 o di esserne colpiti più gravemente?
Il Centro Statunitense per il Controllo delle Malattie (CDC) informa che le persone immunodepresse  sono esposte ad un più alto rischio di contrarre sindromi gravi da COVID-19. Queste hanno un sistema immunitario più debole ed una maggior difficoltà a combattere le infezioni. Tuttavia, il sistema immunitario è complesso e la parte del sistema immunitario responsabile delle condizioni tiroidee autoimmuni è separata da quella responsabile alla lotta contro le infezioni virali, come il COVID-19, pertanto avere una malattia tiroidea autoimmune non significa che una persona sia immunodepressa o che essa non sia in grado di combattere un’infezione virale.Non vi è alcuna evidenza finora, che i pazienti con malattia autoimmune tiroidea siano esposti ad un rischio maggiore di contrarre COVID-19, o che siano a rischio di esserne colpiti più gravemente.

Ci sono delle carenze di Levotiroxina (Eutirox – Tiche – Tirosint) ?
La Levotiroxina è uno dei farmaci più utilizzati nel trattamento dell’ipotiroidismo. Sono disponibili molte marche e molti farmaci generici ad es. in Italia Eutirox – Tiche – Tirosint o Liotir se decidiamo di associare alla Terapia la TiTre.
Attualmente, non ci sono carenze identificate di alcun tipo di questi farmaci sostitutivi dell’ormone tiroideo.

Se la mia malattia della tiroide non è ben gestita, questo potrebbe influire sul rischio di infezione da Covid 19 ?
La malattia della tiroide della maggior parte dei pazienti è ben gestita, cioè i  livelli di Ormoni Tiroidei sono stabili e loro si sentono bene. Alcuni però, potrebbero avere una funzione tiroidea “scarsamente controllata”, il che può significare che i loro livelli di funzione tiroidea fluttuano, poiché non sono nel giusto equilibrio con la sostituzione dell’ormone tiroideo e quindi i pazienti continuano a manifestare sintomi. Qualora questo possa essere il tuo caso, il tuo endocrinologo sarà in grado di adeguare la dose di Levotiroxina fino a quando non ti sentirai meglio. In ogni caso, attualmente non ci sono prove che pazienti con tireopatie “scarsamente controllate” abbiano maggiori probabilità di contrarre infezioni virali in generale.
È possibile invece, che i pazienti con malattia tiroidea “incontrollata” (si tratta di persone che hanno iniziato da poco la terapia con i farmaci o che non assumono i medicinali per la tiroide come prescritto) possano essere esposti a maggior rischio di complicazioni da infezioni. Questo è vero in particolar modo per coloro i quali hanno un Ipertiroidismo in questi casi si raccomanda di seguire in maniera molto precisa le raccomandazioni del vostro endocrinologo.

IPERTIROIDISMO
Se sto assumendo i Farmaci Antitiroidei (Metimazolo – Prtopiltiouracile) per un Ipertiroidismo , sono esposto a maggior rischio di infezione?
Non è noto che i farmaci antitiroidei (Antithyroid Drugs, ATD come il Metimazolo e il Propiltiouracile) aumentino il rischio di infezione, a meno che non provochino “agranulocitosi”. Questo è un effetto collaterale molto raro dei farmaci antitiroidei che si verifica quando il numero di globuli bianchi nel corpo si riduce drasticamente. Tipicamente si presenta con mal di gola, ulcerazioni della bocca, febbre, sindrome simil-influenzale.I Pazienti affetti da Ipertiroidismo non sono soggetti  esposti a più alto rischio di contrarre COVID-19 o di sviluppare una sindrome più grave nel caso in cui contraggano l’infezione.Un paziente con COVID-19 può continuare con i suoi farmaci antitiroidei a meno che non abbia una conta dei globuli bianchi anormalmente bassa (agranulocitosi) con una conta dei granulociti <1,0 x 10 9 / L).

In che modo i pazienti che assumono farmaci antitiroidei (ATD) per l’ipertiroidismo possono distinguere i sintomi tra quelli di un’infezione da COVID-19 e gli effetti collaterali del farmaco stesso?
I Pazienti che assumono ATD (Antithyroid Drugs, ATD come il Metimazolo e il Propiltiouracile) potrebbero essere a rischio di sviluppare agranulocitosi, sebbene questo effetto collaterale sia estremamente raro. La letteratura evidenzia che la possibilità che una persona che assume ATD sviluppi agranulocitosi è compresa tra lo 0,2 e lo 0,5%.
I sintomi da agranulocitosi (mal di gola, ulcerazioni della bocca, febbre, sindrome simil-influenzale) possono sovrapporsi ai sintomi da infezione da COVID-19 (febbre, tosse continua, sindrome simil-influenzale) rendendo molto difficile, se non impossibile, per medici e pazienti distinguere tra le due sintomatologie.
Si  raccomanda ai pazienti trattati con ATD, che sviluppano sintomi che possono suggerire agranulocitosi, di INTERROMPERE la terapia con ATD e di eseguire un esame emocromocitometrico urgente. È sempre necessario rivolgersi al proprio medico di famiglia, al pronto soccorso o al proprio endocrinologo. In alcune circostanze, i medici potrebbero anche ritenere opportuno approfondire le ricerche per l’eventuale infezione da COVID-19.Si prega di notare che in tutte le altre circostanze i pazienti NON devono interrompere l’assunzione dei loro ATD a meno che non venga loro indicato dal medico curante.

Come si può somministrare il Metimazolo (Tapazole)  ai pazienti con decorso grave?
Il Metimazolo è un farmaco a somministrazione orale e l’interruzione di questo farmaco può portare ad un peggioramento dell’ipertiroidismo. Durante una sindrome respiratoria critica, specialmente quando è necessario l’uso di un ventilatore (apparecchio per la respirazione), potrebbe essere impossibile per il paziente assumere farmaci per via orale. Quando è necessario il trattamento per l’ipertiroidismo, tuttavia, possono essere utilizzate diverse vie di somministrazione del Metimazolo. Gli specialisti che si prendono cura di pazienti con sindromi critiche saranno in grado di determinare l’approccio migliore per assicurarsi che un paziente con ipertiroidismo continui a ricevere le cure necessarie.Il posizionamento di un sondino naso-gastrico o di un tubo Dobhoff consente di far arrivare la pillola di Metimazolo nell’apparato digerente di un paziente che non sia in grado di deglutire.
Qualora non sia possibile la via enterale (attraverso lo stomaco), questi farmaci possono essere formulati anche per la somministrazione endovenosa (EV):

  • Il Metimazolo EV è stato formulato aggiungendo 500 mg di Metimazolo in polvere ad una soluzione di cloruro di sodio allo 0,9% con un volume finale di 50 ml e si somministra la dose corretta con una lenta pressione EV per 2 minuti.
  • Il Propiltiouracile è relativamente insolubile. Una formulazione EV utilizzata in uno studio è stata prodotta sciogliendo le compresse in una soluzione salina isotonica con un pH alcalino (pH 9,25).

Sono anche state formulate delle soluzioni di somministrazione per via rettale, attraverso l’uso di clisteri o di supposte.

L’assunzione di farmaci per il disturbo tiroideo sopprime il sistema immunitario?
Né il Metimazolo , né il Prpiltiouracile  sono terapie immunomodulatorie, cioè non modificano  indeboliscono il sistema immunitario. Alcune persone con oftalmopatia tiroidea tuttavia, potrebbero assumere dosi elevate di farmaci steroidei, che possono sopprimere il sistema immunitario (si rimanda alla domanda successiva).

Cosa succede se sto assumendo farmaci steroidei, ad esempio per l’oftalmopatia tiroidea?
Alcuni pazienti con oftalmopatia tiroidea potrebbero assumere farmaci steroidei a dosi che sopprimono il loro sistema immunitario. Altri potrebbero assumere quotidianamente farmaci immunosoppressori come il Micofenolato (MMF) o potrebbero aver ricevuto Rituximab negli ultimi 9-12 mesi. Se sei uno di questi pazienti, potresti essere esposto a maggior rischio di contrarre un’infezione grave da COVID-19. Dovresti essere particolarmente attento quindi, nel seguire le misure di prevenzione come l’uso corretto della mascherina, lavarti spesso le mani e mantenere la distanza interpersonale di almeno 1,8 metri, e se accusi dei sintomi come Febbre o una Rinite che non dimnuisce dopo 2/3 gg porti in autoisolamento e informale il Tuo Medico curante .

NODULI DELLA TIROIDE E CARCINOMA TIROIDEO
Le persone con carcinoma tiroideo sono esposte a maggior rischio di infezione da COVID-19 perché sono immunodepresse?
Il Centro Statunitense per il Controllo delle Malattie (CDC) generalmente afferma che pazienti sottoposti alle cure contro il cancro siano dei pazienti immunodepressi.
A differenza di molti altri tipi di cancro tuttavia, la maggior parte dei malati di carcinoma tiroideo non riceve chemioterapia o altri trattamenti che impoverirebbero il sistema immunitario e li indurrebbero ad essere immunodepressi. Avere una diagnosi di carcinoma tiroideo non è un fattore di rischio noto per ammalarsi di COVID-19 o per esserne più gravemente colpiti.
Solo i rari casi di pazienti affetti da carcinoma tiroideo che si stanno curando con chemioterapia possono essere considerati soggetti esposti a rischio maggiore di contrarre infezioni più gravi da COVID-19.

È sicuro ritardare un intervento chirurgico alla tiroide a causa della pandemia di COVID 19?
Il trattamento iniziale più comune per il carcinoma tiroideo è l’intervento chirurgico per rimuovere il tumore. A causa dell’attuale pandemia di COVID-19 però, molti interventi chirurgici programmati per il carcinoma tiroideo hanno subito dei ritardi, sollevando preoccupazioni da parte dei pazienti riguardo alla prognosi della loro malattia.
Partendo dal presupposto che la chirurgia sia necessaria, la maggior parte dei tumori della tiroide sono tumori a crescita molto lenta e la possibilità che il cancro della tiroide peggiori, se l’intervento viene ritardato di diversi mesi, è estremamente bassa.
L’intervento chirurgico dovrebbe essere eseguito con urgenza nei pazienti con sintomi dovuti alle dimensioni del tumore tiroideo, come difficoltà a respirare o deglutire, tumori che stanno invadendo altre parti del collo, oppure se la biopsia ha mostrato forme aggressive del cancro tiroideo, come il Carcinoma Anaplastico ed il Carcinoma Midollare della tiroide.

È sicuro ritardare il trattamento con Iodio Radioattivo a causa dell’attuale pandemia di COVID-19?
La terapia con Iodio Radioattivo (radioactive iodine, RAI) viene spesso utilizzata per i pazienti con carcinoma tiroideo dopo un intervento chirurgico. La RAI viene spesso utilizzata per eliminare qualsiasi tessuto tiroideo normale (non canceroso) rimanente o per ridurre la possibilità di recidiva anche quando tutto il carcinoma tiroideo sembra essere stato rimosso chirurgicamente.Se la Terapia con Radioidio dovesse essere ritardata a causa della Pandemia da Covid 19 non dovrebbe esserci conseguenze negative sulla prognosi del Carcinoma Tiroideo perche l’evoluzione del Carcinoma Tiroideo è lenta .
In generale, il trattamento con RAI è più urgente per i pazienti con carcinoma tiroideo papillare o follicolare che presentano metastasi a distanza, ai polmoni o ad altre parti del corpo, ed in particolare se è stata osservata la crescita delle metastasi. In questi casi sarà l’endocrinologo in collaborazione con il medico nucleare a stabilire il migliore timing di intervento per la somministrazione di Radioiodio.

I pazienti che hanno subito una terapia con Radioiodio o un intervento chirurgico alla tiroide sono esposti a maggior rischio di infezione da COVID-19?
Non esistono prove che i pazienti che hanno eseguito recentemente una terapia con Radioiodio o un intervento chirurgico alla tiroide siano a maggior rischio di contrarre un’infezione virale in generale (e quindi da COVID-19).

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